mercoledì 29 settembre 2010

Cenni Storici

Luogo dove sono state trovate tracce del più antico insediamento umano di tutta la zona[7], propriamente paleoveneto: secondo i reperti ritornati alla luce nell'area sottostante la chiesa monumentale, si suppone che in epoca preromana Castello Roganzuolo fosse luogo, oltre che di insediamento, anche di culto; in epoca romana doveva essere sede di insediamento, dato il ritrovamento di alcuni reperti (soprattutto monete) in un punto strategico: era infatti luogo fondamentale di controllo degli snodi viari tra Postumia e Mellarè (oggi non resta il toponimo, che tuttavia permane in una targa sul muro di un vecchio caseggiato dell'attuale via Borgo Gradisca, dov'è ancora scritto VIA MELLARÈ[8]), fin dal I secolo a.C. Questa funzione permase almeno fino all'età barbarico-cristiana.
Notizie più chiare si hanno sullo sviluppo medievale, epoca nella quale, sul colle che è oggi sede della chiesa monumentale, fu edificato il Castello di Reggenza, struttura merlata ghibellina: nel XII secolo Alberto vescovo di Ceneda, che era conte da Camino, investì i Caminesi di molti castelli[9], tra cui quello di Roganzuolo. Il castello fu distrutto dai veneziani nel 1337: rimasero solo una torre (attuale campanile) e la cappella, nucleo dal quale nacque la comunità parrocchiale, attorno alla chiesa che fu costuita a partire dai resti della fortezza abbattuta.
Poi, nel Cinquecento, ha luogo un'importante vicenda artistica: arriva a Castello Roganzuolo Tiziano Vecellio, il quale, in cambio di un trittico rappresentante una Madonna con bambino tra i santi Pietro e Paolo, richiestogli dalla Luminaria[10], chiede che gli siano concessi i terreni di Col di Manza, nei quali gli venne edificata la villa che desiderava lì avere (la caseta, oggi Villa Fabris di Colle Umberto). Per l'artista bellunese la posizione di Castello Roganzuolo si poneva a metà strada tra la il paese natale, Pieve di Cadore, e la città in cui più era attivo in quegl'anni, Venezia: dunque, stando sui colli morenici del coneglianese, aveva facile accesso sia al mare che ai monti, nonché un quieto luogo di sosta nei viaggi tra Pieve e Venezia.

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