domenica 10 febbraio 2013

ONORIFICENZE DELL'ARTISTA LUCIO GIUSEPPE TARZARIOL DA CASTELLO ROGANZUOLO


LE ONORIFICENZE RICEVUTE NEL 2012 /2013 DALL'ARTISTA DI CASTELLO ROGANZUOLO LUCIO TARZARIOL

LE ONORIFICENZE RICEVUTE NEL 2012 /2013 DALL'ARTISTA DI CASTELLO ROGANZUOLO LUCIO TARZARIOL


Chi è Lucio Giuseppe Tarzariol?
Lucio Giuseppe Tarzariol da Castello Roganzuolo, fondatore del movimento artistico: “ I Reminiscenti” è considerato dalla critica Artista Leader dell’Arte contemporanea che per l’unicità del suo impegno artistico è ritenuto un’interprete eccelso dall’elevato valore artistico e insignito del titolo di Accademico internazionale delle avanguardie Artistiche
 dell’investitura ufficiale di “Maestro d’arte” non che Socio Onorario Emerito dell’Associazione Italia in Arte.
 La critica contemporanea lo considera uno degli artisti sui quali investire. Troviamo le sue opere tra le pagine dei "I Maestri del Secolo" all'interno dell'Enciclopedia dell'Arte Contemporanea "I Protagonisti delle nuove Avanguardie Artistiche 2013, edito da EA. Di recente gli sono stati conferiti prestigiosi premi e alti riconoscimenti tra i quali: il “Premio biennale Nobel dell’Arte a Montecarlo”,
 il "Premio Van Gogh - Città di Amsterdam",
l'alto riconoscimento con Il Premio d’arte Nettuno per la importanza delle articolazioni Tematiche, messe in atto nel campo delle Arti Visive, frutto di indiscutibili Intuizioni Intellettuali e di finezze Culturali,
titolo onorifico di Artista benemerito della cittò di Sogliano


ed alto riconoscimento con ìl Premio Diritti umani Spartacus, per il sapiente impegno individuale sociale e professionale profuso, cruciale ed innovativo, che rivela, alle Generazioni future, l’essenziale messaggio di Pace e di Libertà.
 Censito in vari cataloghi e varie Riviste specialistiche come Effetto Arte, Boè, Overart, Expoart, Archeo & Misteri, X Time, ecc. Artista eclettico e poliedrico innovatore e ricercatore “dell’Arte di confine” che non tralascia gli aspetti filosofici evolutivi dell’arte e le nuove consapevolezze dell’ingegno umano. Con la sua arte e le sue ricerche di “Archeolalienismo”, termine da lui coniato, vuole comunicare l’esistenza di una realtà aliena che ha influenzato l’evoluzione umana. La sua ricerca si esprime anche attraverso la pubblicazione di libri e articoli su riviste nazionali ed internazionali. Realizza: installazioni artistiche tese a dimostrare l'esistenza aliena, quadranti solari, “Meridiane”, grandi dipinti realistici, affreschi, pitture di arredo con tecniche miste, riproduzioni di manufatti archeologici testimonianti l'esistenza di una civiltà arcaica che aveva contatti con esseri alieni allora considerati divinità.
Approfondimenti, scritti, opere, ricerche e riconoscimenti sul sito web:
Cell. 338 / 8807793
L’Artista Lucio Giuseppe Tarzariol é nato a Castello Roganzuolo di San Fior, espone in Gallerie d'arte e mostre collettive nazionali ed internazionali; si è formato, studiando i segreti e le tecniche dei grandi maestri del tempo passato e recente, come: Michelangelo, Tiziano, Rafaello, Picasso, Morandi, Pomodoro, Turcato, Fattori, Pellizza da Volpedo, Boldini, Casorati, Tableaux de Corot, Courbet, David, Degas, Delacroix, Goya, Manet, Puvis de Chavannes, Luciano Morterrra, Pietro Anigoni, Luca Alinari, Odino Guarnieri, Aligi Sassu, Michele Cascella, Davide Frisoni, Mario Schifano, Giovanfrancesco Gonzaga, Marino Marini, Antonio Pedretti, Emilio Greco, Remo Brindisi, Virgilio Guidi, Tano Festa, Renzo Vespignani, Bertina Lopes, Piero Tartaglia, Antonio Fiore, Remo Squillantini, Mario Schifano, Arturo Mazzola, Umberto Mastroianni, Raffaele Frumenti, Sandro Chia, Dimitris Hordakis, Antonio Possenti, Angelo Canevari, Lillo Messina,  Alberto Savinio, Bernard Aubertin, Carla Accardi, Massimiliano Alioto, Fernandez Arman, Pietro Berlingeri, Alec Von Bargen, Giuseppe Capogrossi, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Giorgio De Chirico, Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Piero Dorazio, Emilio Tadini, Tano Festa, Hermann Nitsch, Jannis Kounellis, Ivan Lardschneider, Marco Lodola, Vittorio Messina, L.A Ortiz, Mimmo Paladino, Fabiano Parisi, Ar. Penk, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Rotella, Giuseppe Santomaso, Key Sato, Emilio Scanavino, Mario Schifano, PG Slis, Pier Toffoletti, Ben Vautier, Emilio Vedova, De Pisis Filippo, Fontana Lucio · Guarneri Riccardo · Guastavino Andrea · Guidi Vigilio, Gattuso, Dali, Fiume, Migneco, Riccardo Licata, Tamburi, Ernesto Treccani, Purificato, Dova, Matera, Benetti, Frai, Athos Faccincani, Addamiano, Bonanno, Del Pezzo Lucio, Del Sal Luigi, Della Vedova Mario, Demarco Hugo, Demetz Aron, Sartorelli Francesco, Satoshi Hirose, Sauvage Max, Hamlet, Vignozzi Piero, Vitone Rodolfo, Vitti Riccardo, Voltolina Luigi, Warhol Andy e molti altri autori locali tra cui: Ambrogio, Franco Beraldo, P. Bertacco, Boscolo Natta, Antonio Buzzanca, Casonato, Luigi Cillo, Carlo Conte, L. Dinetto, Tono Zancanaro, Bruno Donadel, L. Gasper, Girardis, Riccardo Licata, Angelo Lorenzon, Sandro Nardi, Renato Nesi, Renato Varese, Novati, Tonello, Tiziano Toscani, L.Vettorel, Lino Dinetto, Neno Mori, Leone Minassian, De Robertis, Luciano Denicolo, Girardis, Francesco Zanonì. . Nonostante tutto ha trovato un suo modo originale di espressione.


mercoledì 29 settembre 2010

Cenni Storici

Luogo dove sono state trovate tracce del più antico insediamento umano di tutta la zona[7], propriamente paleoveneto: secondo i reperti ritornati alla luce nell'area sottostante la chiesa monumentale, si suppone che in epoca preromana Castello Roganzuolo fosse luogo, oltre che di insediamento, anche di culto; in epoca romana doveva essere sede di insediamento, dato il ritrovamento di alcuni reperti (soprattutto monete) in un punto strategico: era infatti luogo fondamentale di controllo degli snodi viari tra Postumia e Mellarè (oggi non resta il toponimo, che tuttavia permane in una targa sul muro di un vecchio caseggiato dell'attuale via Borgo Gradisca, dov'è ancora scritto VIA MELLARÈ[8]), fin dal I secolo a.C. Questa funzione permase almeno fino all'età barbarico-cristiana.
Notizie più chiare si hanno sullo sviluppo medievale, epoca nella quale, sul colle che è oggi sede della chiesa monumentale, fu edificato il Castello di Reggenza, struttura merlata ghibellina: nel XII secolo Alberto vescovo di Ceneda, che era conte da Camino, investì i Caminesi di molti castelli[9], tra cui quello di Roganzuolo. Il castello fu distrutto dai veneziani nel 1337: rimasero solo una torre (attuale campanile) e la cappella, nucleo dal quale nacque la comunità parrocchiale, attorno alla chiesa che fu costuita a partire dai resti della fortezza abbattuta.
Poi, nel Cinquecento, ha luogo un'importante vicenda artistica: arriva a Castello Roganzuolo Tiziano Vecellio, il quale, in cambio di un trittico rappresentante una Madonna con bambino tra i santi Pietro e Paolo, richiestogli dalla Luminaria[10], chiede che gli siano concessi i terreni di Col di Manza, nei quali gli venne edificata la villa che desiderava lì avere (la caseta, oggi Villa Fabris di Colle Umberto). Per l'artista bellunese la posizione di Castello Roganzuolo si poneva a metà strada tra la il paese natale, Pieve di Cadore, e la città in cui più era attivo in quegl'anni, Venezia: dunque, stando sui colli morenici del coneglianese, aveva facile accesso sia al mare che ai monti, nonché un quieto luogo di sosta nei viaggi tra Pieve e Venezia.

Territorio


Castello Roganzuolo è un paese adagiato parte sulla pianura a est del comune di Conegliano, parte sui colli morenici della stessa area. Fino alla metà del Novecento rimane perlopiù zona agricola, mentre oggi vede un progressivo inurbamento, figlio dello sviluppo di una vasta zona industriale e dell'ampliarsi del traffico e delle aree residenziali di Conegliano. Tuttavia, è ancora possibile individuare un sostrato rurale, nell'intreccio delle vecchie strade e nella toponomastica: dalla pianura fattasi residenziale e industriale, via Moranda Alta conduce al cuore agricolo e alle sinuosità delle colline; strade come via Stortana Vecchia e Cal del Valon portano poi al vecchio nucleo del paese, borgo Gradisca e la chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Da via Cal del Valon, con una passeggiata nel verde, si può raggiungere direttamente la rampa che conduce alla terrazza antistante la chiesa monumentale, sorretta dai casteari, da cui lo spettacolo paesaggistico è degno di nota: si possono ammirare, incorniciati dalla catena delle Prealpi bellunesi, i paesi e i colli più o meno confinanti. Partendo dal comune ed andando in senso antiorario si distinguono:
San Fior; Pianzano; Godega di Sant'Urbano; Orsago; Cordignano; Rugolo; Montaner; Osigo; Fregona; Colle Umberto; San Martino; Vittorio Veneto, (soprattutto il santuario di Santa Augusta); Col di Manza; Scomigo; Formeniga; Ogliano; Conegliano (Costa e il castello).